La scultura di Santa Cecilia, ora nell’Aula Capitolare

Il breve post di oggi è dedicato ad un monumento barocco scomparso alla fine degli anni ’20 del novecento che si trovava al centro della controfacciata della Cattedrale di Cagliari: l’edicola di Santa Cecilia.
Si trattava di una nicchia ospitante una raffinata scultura di Santa Cecilia, incastonata in una struttura decorata con eleganti tarsie marmoree e circondata da un ricco drappeggio in stucco aggiunto nel ‘700 e impreziosito dalla presenza di quattro angeli sorreggenti una corona. La controfacciata, dalla quale venne eliminata l’edicola, si presenta ora in forme sobrie e spoglie, mostrando il suo originale aspetto romanico risalente alla prima fase costruttiva del secondo decennio del XIII secolo. Ai lati, in corrispondenza delle navate laterali, è possibile ancora osservare le pietre tagliate che formavano i salienti caratterizzanti la forma romanica della facciata. Per farsi un’idea più precisa della facciata romanica della Cattedrale di Cagliari basta osservare la facciata della Cattedrale di San Pantaleo a Dolianova, derivata da quella cagliaritana. La facciata romanica venne poi sostituita da una nuova facciata barocca (opera del marmoraro Pietro Fossati) nel 1703 come atto conclusivo dei restauri della seconda metà del XVII secolo che modificarono la Cattedrale dal degradato edificio fortemente manomesso in epoca aragonese in un sontuoso Duomo barocco, pur mantenendo intatte la pianta a croce latina e le dimensioni originarie, con un’unica variazione: il numero delle campate delle navate venne ridotto da quattro a tre per ottenere cappelle più ampie e un maggior respiro nell’aspetto generale.

Incisione ottocentesca del Presbiterio. Si vedono le statue ai lati della Nicchia della Vergine del Monserrato

L’edicola di Santa Cecilia era identica a quella che custodisce la statua della Madonna del Monserrato e che si trova nell’abside, sopra il coro. Entrambe le edicole, fino ai restauri degli anni ’20 e ’30, erano affiancate da altorilievi in stucco raffiguranti dei Santi (San Pietro e San Clemente ai lati della nicchia della Vergine del Monserrato, San Lucifero e Sant’Agostino ai lati di quella di Santa Cecilia) e inoltre il drappeggio che le incorniciava era bianco.

Edicola della Vergine del Monserrato

Nell’edicola sopra il coro, l’unica rimasta, il drappeggio oggi è dipinto ad imitazione del marmo rosso, una colorazione che venne applicata con i restauri degli anni ’30 per armonizzarla con le lesene in marmo rosso di Francia che furono apposte sopra le originali paraste scanalate, di pietra calcarea, ai lati del Presbiterio e negli angoli del coro. Ciò fu possibile perché, come si è detto, il drappeggio e i quattro angeli, contrariamente al resto della nicchia, non sono in marmo ma in stucco e vennero aggiunti solo nel ‘700 all’apparato seicentesco delle nicchie (realizzate con il restauro barocco della Cattedrale nella metà del XVII secolo, finanziato dall’Arcivescovo Pedro De Vico, il cui stemma era raffigurato in entrambe le nicchie).
È probabile che se l’edicola di Santa Cecilia non fosse stata demolita insieme alle statue dei quattro Santi, oggi sarebbe stata colorata anch’essa a simulare il marmo rosso per mantenere l’uguaglianza con quella della Vergine del Monserrato. Il motivo della demolizione è da ricercarsi nella volontà di lasciare completamente scoperta la controfacciata romanica e in più è dovuto al fatto che, sempre durante i restauri degli anni ’30, vennero posizionati sulla controfacciata il medaglione marmoreo di Santa Cecilia (in alto, nella lunetta sotto la volta) e, un cartiglio in marmo grigio (al di sotto della trabeazione) che celebrava la costruzione della facciata barocca del 1702- entrambi provenienti dalla suddetta facciata smantellata nel 1908 – e dunque non sembrava opportuno avere due immagini di Santa Cecilia una sopra l’altra.

Controfacciata: il cartiglio barocco e il medaglione di Santa Cecilia provenienti dalla facciata del 1703

 

L’Aula Capitolare

La Statua di Santa Cecilia che si trovava nella nicchia ora è ospitata in un’altra edicola barocca che si trova al centro della parete di fondo dell’Aula Capitolare. In quest’ultima edicola era invece ospitata la Madonna Nera, una copia autentica (di matrice tardo-trecentesca) della statua che Sant’Eusebio di Vercelli (nato a Cagliari) portò con sé dalla Palestina nel 362. Altre due copie della Madonna di Sant’Eusebio si trovano nei santuari di Oropa e di Crea, in Piemonte. La Scultura della Madonna Nera, affine iconograficamente alla Vergine della Candelaria e dunque anche alla Madonna di Bonaria, venne poi trasportata nella Cappella ora detta appunto “di Sant’Eusebio o della Madonna Nera” con i restauri degli anni ’30 in sostituzione di un quadro raffigurante la Vergine del Rosario (da cui appunto l’originaria intitolazione della Cappella e la scritta “Flos Rosarum” nello stemma in cima all’altare).
Ecco come si sarebbe presentata oggi la controfacciata della Cattedrale se non fosse stata eliminata la nicchia di Santa Cecilia (la documentazione su cui è basata questa ricostruzione della controfacciata è consultabile presso l’Archivio Fotografico della Soprintendenza ai Beni Culturali di Cagliari):

 


Di seguito potete vedere un video con la ricostruzione digitale dell’edicola di Santa Cecilia, dal quale potrete vedere la differenza con l’attuale controfacciata, priva di ornamenti proprio come appariva nel XIII secolo e fino ai restauri barocchi. Buona visione 🙂




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